A vegan recipes' blog for those who love eating healthy, with taste for the palate but also for the eyes, and do good to the environment and not harm animals...

23/12/15

BUON NATALE D'AMORE PER TUTTI GLI ESSERI VIVENTI

Eccoci, manca poco a Natale, volevo scrivere un post leggero e farvi auguri altrettanto leggeri...
Poi, a pensarci bene, non ci sono riuscita. 
E non ho potuto nemmeno regalarvi una ricetta alla fine di quanto ho scritto, perchè -scusatemi- non voglio togliere peso alle parole, non voglio che pensiate, Ok, ora veniamo alle cose buone...

A novembre sono successi molti fatti di cronaca -alcuni gravissimi- che mi hanno fatto molto riflettere.
Primi su tutti, gli attentati di Parigi.
Poi la morte di Moira Orfei.
Per ultimo ho visto circolare la foto di un ragazzino-torero di 8-10 anni in un'arena che da le spalle ad un toro ferito.


Penso che tutto parta dall'educazione e dalla cultura.

Non tollero molto i discorsi razzisti che ho sentito ovunque, non tollero l'incoerenza e l'ignoranza. Sopporto male anche i pecoroni, le frasi fatte, i luoghi comuni, le parole ripetute a pappagallo ma pensate (poco) da altri, la tv e i suoi talk-show.

So poco, molto poco, di politica, tanto meno di politica internazionale.
Invece là fuori tutti grandi esperti, tutti che sottoscrivono frasi della Fallaci, tutti a sentenziare. 

Ora, piango per i morti, tutti.
Quelli di Parigi e quelli di Beirut, per i morti in Siria e in Russia, e anche per quelli che sono morti in Africa prima di questi e tuttora muoiono; piango, perché tutti avevano genitori, figli, fratelli, amici; tutti i morti avevano una vita, qualcuno di sicuro aveva dei sogni e dei progetti che non potranno più realizzare; piango perché i morti sono tutti uguali, perché togliere la vita è un atto atroce, un peccato mortale, un gesto senza ritorno, ineluttabile. 

E poi piango perché qualcuno ha chiesto la morte di chi ha portato morte, credendo così di insegnare qualcosa, di ottenere una rivincita, di dare una lezione. 
E questa richiesta di vendetta è indiscriminata, non fa distinzioni, è cieca.
Che avessero il coraggio, queste persone, di alzare la loro mano armata di fronte ad un altro uomo o un bambino e prendersi la responsabilità di un atto senza ritorno, colpevole senza attenuanti, come l'uccidere un altro essere vivente. 
Invece invocano l'esercito e lo Stato e le bombe perché qualcuno faccia ordine e pulizia per loro.

E questo mi fa poco ben sperare per gli animali, che allo stesso modo vengono quotidianamente allevati ed uccisi, ma lontano dagli occhi e dal cuore di chi poi se ne ciba. 
Che valore ha la vita di una animale se non ha nessun valore quella di un uomo? 

Per questo credo che tutto parta dall'educazione. 
Empatia, rispetto, coerenza.
Insegnamo più ai nostri figli valori simili? Direi di no.
Insegnamo invece la paura e l'egoismo, che il giusto lo puoi adattare alle tue esigenze, che il bene ha due pesi e due misure, che ci sono vite che hanno più valore e altre che ne hanno meno o non ne hanno affatto. 
Insegnamo che se le cose sono scomode o brutte si può guardare altrove, distogliere lo sguardo, delegare.

Moira Orfei ha creato un grande business sfruttando gli animali. 
Ha detto cose atroci sulle bestie con serena disinvoltura; ha importato, torturato e maltrattato centinaia di elefanti, tigri, foche e cavalli nella convinzione che fossero esseri inferiori e che fosse giusto sottometterli con ogni mezzo per ottenere obbedienza.
Ma da cosa nasce questo suo pensiero? 
Dall'educazione ricevuta, perché prima di lei genitori e nonni facevano lo stesso. E ci hanno costruito un impero. 
Poche menti illuminate avrebbero saputo, al suo posto, comprendere che tutto ciò in cui le persone a loro più care tenevano, credevano ed insegnavano da generazioni, fossero sbagliate, aberranti, lontane dal vero bene e dalla Natura a cui apparteniamo.
Per cui non è giustificabile, Moira, ma è comprensibile. 
A poco serve rallegrasi per la sua morte, perché dopo di lei altre generazioni sono state allevate nello stesso spirito, dove non c'è spazio per empatia e rispetto per gli altri esseri viventi.

E questo mi riporta alla foto, -agghiacciante ai miei occhi- del bimbo torero
Perché in Spagna esistono scuole dove si insegna fin da piccoli ad uccidere tori in un'arena. 
È una tradizione e c'è chi continua a perpetrarla.
Ha colpa quel bambino a cui insegnano che è giusto così,  a non tremare di fronte al sangue, perché la vita di un toro non ha valore, ma il valore semmai viene dalla sua morte? 
Ha senso condannare un giorno l'adulto che sarà perché, senza scrupoli, infilzerà animali fino allo stremo, senza pietà, senza sentire un filo di tenerezza?
Se esistono i toreri sono dunque tutti colpevoli gli Spagnoli?

Ecco, allora io voglio crescere mia figlia diversamente, voglio che capisca che la vita ha un valore, quella degli uomini e quella degli animali, tutti, senza distinzione. 
Non ci sono categorie, non c'è una serie A e una serie B, non amiamo i cani e i gatti e facciamo uccidere da altri, per gola, vitelli, maiali e cervi; non amiamo profondamente i nostri amici e poi chiediamo con cinismo la testa di chi vive a 100 mila chilometri di distanza perché è arabo o nero o mussulmano e qualcuno ci spinge a pensare che siano la causa di tutte le guerre.

La guerra è un grande business. 
Non chiediamo la pace, non speriamo che le guerre finiscano. 
Non succederà. 
Come non chiuderanno tutti gli allevamenti e i macelli.
Ma possiamo sempre scegliere, senza seguire il flusso, la tradizione, il pensiero dominante.
Non cediamo all'odio indiscriminato, non rinunciamo alla coscienza, non smettiamo di tenere gli occhi aperti e il cuore vigile.
Creiamo pace intorno a noi, educando al rispetto, alla non-violenza e all'amore i nostri bambini. 

Questi sono i miei pensieri natalizi, perché il Natale è uno stato del cuore, un costante sentire di far parte di qualcosa di immensamente più grande, un proposito che non si spegnerà a Gennaio 2016. 

21/12/15

FOCACCIA SENZA GLUTINE DI FARINE BUONE - GLUTEN FREE FOCACCIA

La ricetta di oggi l'ho trovata su Veganly.it, portale di ricette vegan di cui faccio parte, ma che ne raccoglie tantissime! E' di Emanuela, il cui bellissimo blog si chiama La Rapa Cruda. Non la conosco personalmente, ma seguitela perchè è molto creativa e le ricette funzionano (cosa non scontata)...

Se vi ricordate avevo comprato online da Natuvarabio.com la farina di tapioca?
Ecco, l'ho usata proprio qui, perchè è una farina versatile, senza glutine, molto nutriente ed essendo ricca di amido, dona sofficità agli impasti.

La ricetta originale prevedeva -tra gli altri ingredienti- l'uso di lievito di birra secco e farina di ceci.
Il primo non l'avevo, la seconda non mi fa impazzire, dato che conferisce un forte sapore a tutto quello che tocca e diventa troppo caratterizzante, a meno che stiate facendo una frittata di ceci ;)

Ho utilizzato un lievito madre attivo. Ce ne sono molti, ma questo funziona davvero!
Il marchio è Ruggeri e l'ho trovato alla Coop (grazie alla dritta della mia amica Anna).

A Natale, al posto del solito pane, portate in tavola questa, andrà a ruba, è perfetta per tutti, grandi, piccoli ed intolleranti! Cosa chiedere di più?

Ingredienti per una teglia:

150 gr di farina di riso
75 gr di farina di tapioca
70 gr di farina di quinoa
310 ml di acqua
25 gr di lievito madre secco
1 cucchiaino di malto di riso
3 cucchiai di acqua
sale e olio evo q.b.

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Miscelate gli ingredienti secchi: farine, una presa di sale e il lievito madre secco. Poi aggiungete 2 cucchiai di olio extravergine e il malto, quindi l'acqua.
Mescolate con un cucchiaio di legno finchè l'impasto sarà ben amalgamato.
Il risultato è un composto piuttosto morbido e appiccicoso.
Ora foderate una teglia da 21 x 31 cm circa con la carta forno, ungetela abbondantemente, quindi stendete l'impasto della focaccia.
Lasciate lievitare in forno, ben coperto, almeno 4 ore, meglio tutta la notte.
La focaccia crescerà un pochino, ma non vi aspettate la resa di quella classica, in questo caso non c'è glutine e la lievitazione è, di conseguenza, ridotta.

Delicatamente, con i polpastrelli fate dei buchi su tutta la superficie (si staccheranno dei pezzi di impasto, voi rimetteteli dove erano!).
Ora in un bicchiere unite 3 cucchiai di acqua e 3 di olio evo, mischiateli bene con una frusta, quindi spruzzateli sulla superficie della focaccia.
Terminate con un macinata di sale grosso integrale.
Infornate per 10 minuti a 200 gradi, poi per altri 15 a 180 gradi.

Il profumo è divino e inonderà casa; la vostra voglia di carboidrati e zuccheri sarà soddisfatta al 100%; i sensi di colpa si nasconderanno dietro al fatto che tutto ciò è gluten free e appena possibile la rifarete!

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Bibi dice "piace" e "no piace", questa piace :D
Ingredients for a pan:

150 gr rice flour
75 gr tapioca flour
70 gr quinoa flour
310 ml of water
25 gr dry yeast
1 teaspoon rice malt
3 tablespoons water
salt and olive oil q.s.

Mix the dry ingredients: flour, a pinch of salt and the dry yeast. Then add 2 tablespoons of olive oil and malt, and water.
Stir with a wooden spoon until the dough is well mixed.
The result is a compound rather soft and sticky.
Now line a baking sheet 21 x 31 cm with parchment paper, grease it thoroughly, then roll out the dough of the focaccia.
Let rise in oven, well covered, at least 4 hours, preferably overnight.
The focaccia will grow a little, but do not expect the yield of the classic one, in this case there is no gluten and the leavening is, accordingly, reduced.

Gently, with your fingertips do the holes over the entire surface (pieces of dough will come off, put them back where they were!).
Now in a glass mix together 3 tablespoons of water and 3 of olive oil, then sprinkle on the surface of the focaccia.
Finish with a pinch of salt.
Bake for 10 minutes at 200 degrees, then for a further 15 to 180 degrees.

The scent is divine and will flood the house; your craving for carbohydrates and sugars will be met at 100%; guilt will hide behind the fact that everything is gluten free and as soon as possible you redo it!

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12/12/15

SPAGHETTI ALLE ALGHE PER RICORDARE UN'ESTATE IN GRECIA - SEAWEED SPAGHETTI WITH TOMATOES AND MORE

E' un po che non trovo il tempo di scrivere una ricetta.
Oggi forse ce la faccio ...Se Bibi dorme ancora un pochino...

Ho fatto acquisti online su Natuverabio.com.
In genere faccio la spesa nei negozi fisici, ma ogni tanto non ho tempo e faccio shopping online!
Se vi capita, loro sono molto forniti e veloci, in più la consegna è gratis sotto le 28 euro, che è poco (ve lo dico perchè lo so!).

Tra le altre cose ho preso degli spaghetti di grano duro con alghe, un pacchetto di farina di tapioca e un pacchetto di segale.
Diciamo che lo shopping online mi fa venire voglia di provare cose nuove, così butto sempre nel carrello due o tre prodotti non comuni. Poi una ricetta per utilizzarli la troverò o me la inventerò...(Quindi state attenti perchè prima o poi vi faccio sapere cosa ho fatto con la tapioca e la segale).

E' un modo per uscire dalla zona di confort, no? Si dice così?

E' come quella mia amica che non comprerebbe mai un bel maglione blu elettrico perchè sa che nel suo armadio non c'è altro dello stesso colore o comunque perchè non le sembra un colore facilmente abbinabile.
Io le ho sempre detto, Tu inizia, prendi un pezzo blu elettrico, poi piano piano vedrai che altri arriveranno, oppure che qualcosa di perfetto da accostare, ben nascosto nel guardaroba, c'è!
Se no che noia, si finisce sempre vestiti di nero o beige o tortora (maledetto tortora) o qualche altro banalissimo colore che "sta bene con tutto".

Ora applico la mie teoria agli ingredienti... 
Non so bene cosa sia qualcosa, non so bene in quale ricetta mi servirà, con quali altri sapori lo potrò accostare, beh, io lo compro, poi la fantasia e la curiosità mi porteranno di sicuro da qualche parte!
E così a casa nostra a tavola non ci si annoia mai ;)
A volte si ride per dei terribili flop (che non vi riporto se no poi non mi seguireste più ahahah) a volte si fanno bellissime scoperte!

In questo caso vi lascio la ricetta degli "spaghetti greci" in versione vegan.
Di greco, per capirci, non hanno nulla, nè gli originali, nè questi. 
Semplicemente, taaaaanti anni fa, io e Andre, non ancora sposati, abbiamo fatto diverse amene vacanze on-the-road con la nostra tenda e proprio in Grecia, più di una volta, ci cucinavamo degli spaghetti panna, pomodoro, prezzemolo, basilico e tonno. 
Da lì in poi questa ricetta divenne per noi "la pasta greca".

Ovviamente ora il tonno è bandito da tempo ma quella pasta era divina, o forse così la ricordo, visto che la mente elabora e distorce e i ricordi delle vacanze sono sempre meravigliosi ricordi.
Allora, con questi spaghetti alle alghe, ho pensato, Forse sapranno un po' di mare, forse potrei fare qualcosa che mi riporti un po' laggiù, tra sabbia e mare blu, con il mio efficientissimo fornelletto da campo... 

Il risultato è stato davvero molto molto apprezzato, non sono proprio come quegli spaghetti là, il sapore di mare è davvero delicatissimo, ma in ogni caso vi consiglio di provarci pure voi perchè, Grecia o no, pensare un pochino all'estate a 10 giorni da Natale fa bene, molto bene!


Ingredienti per 3 persone:

300 gr di spaghetti alle alghe
200 gr di ceci cotti
1 manciata di capperi dissalati
1 confezione di panna vegetale 
150 gr di passata di pomodoro
2 cucchiaini di alghe miste in polvere
basilico
prezzemolo
olio evo, sale q.b.

Frullate grossolanamente i ceci con i capperi e tenete da parte.
Scaldate qualche cucchiaio di olio evo in una grande padella, quindi cuocete per pochi minuti il pomodoro con tanto basilico e parecchio prezzemolo.
Unite poi la panna (io ho usato metà panna di riso e metà panna d'avena, ma usate quella che avete o che vi piace di più), mescolate bene, aggiustate di sale e cuocete finchè non si asciugherà leggermente. 
Ora aggiungete i ceci e i capperi frullati, le alghe in polvere e mescolate bene. Spegnete il fuoco e tenete da parte.

Cuocete gli spaghetti alle alghe per circa 8 minuti in acqua salata, scolate e condite con la salsa "greca" anche se è "greca" solo per me! :)

Questi spaghetti sono davvero ottimi, tengono bene la cottura e il sapore di alghe è impercettibile. Dato che le alghe dovrebbero entrare più spesso nella nostra dieta, visti i benefici e le proprietà, penso che questo sia un ottimo modo per farlo!


Ingredients for 3 servings:

300 gr seaweed spaghetti
200 gr cooked chickpeas
1 handful of capers
1 package of vegan cream
150 gr tomato sauce
2 teaspoons of mixed seaweed powder
basil, parsley q.s.
extra virgin olive oil, salt q.s.

Coarsely whisk chickpeas with capers and set aside.
Heat 2 tablespoons of extravirgine olive oil in a large skillet, then cook for a few minutes the tomato sauce with a lot of basil and a lot of parsley.
Then add the cream (I used half rice cream and half oatmeal cream, but use what you have or that you like more), stir well, add salt and cook until they dry out slightly.
Now add the chickpeas and capers, seaweed powder and mix well. Turn off the heat and set aside.

Cook the seaweed spaghetti in salted water for about 8 minutes, drain and season with the sauce.
Enjoy!

25/11/15

LA TORTA CHE VOLEVA ESSERE UN PANETTONE - CHRISTMAS PANETTONE CAKE

Parliamo di Panettone, o Pan di Toni :)
E' di certo il classico dei classici natalizi milanesi, ormai diffuso in tutta Italia. 
C'è a chi piace con le uvette e i canditi, chi solo uvette, tutti concordano che deve essere morbido, soffice, non secco, bello vaporoso. 
Poi ci sono i fan del Pandoro, ma quella è un'altra storia.

In pratica il Panettone è un lievitato, come il pane, ma molto più ricco, perché è il pane delle feste.

Veniamo a noi...
Si può fare il Panettone vegan in casa?
Certo. Ma.
Avete bisogno di: lievito madre, e guai a parlare di lievito di birra; uno spazio al riparo da cani, gatti, bambini e affini; tempo, tranquillità, pazienza, esperienza con la lievitazione; un bel clima di pace e armonia intorno a voi (che il lievito madre, si sa, sente tutto ed è solidale, quindi se siete giù, sarà giù pure lui) e per finire un pizzico di follia, perchè, in fin dei conti, si trovano ottimi Panettoni di pasticceria (anche vegan) già belli pronti.

Io da qualche mese faccio prove. 
Beh, non sta andando per niente bene. 
Il mio Panettone non lievita abbastanza, ad andar bene si ferma a metà, non esce dallo stampo come dovrebbe, non gli viene quel bel cappello a fungo, dentro resta poco areato e piuttosto gnucco. 
Non c'è verso, ho fatto almeno 4 infornate. Niente.
Si vede che qui non ci sono le condizioni perfette per farlo, si vede che non ci sono portata.
Quindi lo lascio fare a quelli bravi, ai panificatori doc, agli appassionati di lievito madre e dintorni, agli spacciatori di vasetti di batteri mangia glutine :)

Ma non mi do per vinta.
Avrò il mio dolce di Natale, al Gusto Panettone
Così oggi ho fatto una torta soffice, una specie di torta paradiso, ma ho aggiunto scorze d'arancia essiccate, scorze d'arancia e di limone fresche, vaniglia e uvette.
E ho vinto. 
Ne è uscito un dolce squisito, sa di Natale al punto giusto, ti riporta al pranzo di famiglia, alle cene con gli amici nel mese di Dicembre, alle colazioni in pigiama nei giorni di festa, alle coccole e ai regali sotto l'albero, ai momenti felici intorno ad una tavola sfatta dopo tante portate, quando non ce la fai più ma una fetta di Panettone la mangi comunque, perchè è buono e sa di cose speciali...

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Volete farlo anche voi?
Ecco la ricetta.

Ingredienti:

320 gr di farina 0
300 gr di tofu al naturale
100 gr di zucchero di canna mascobado 
100 gr di olio di vinacciolo
200 gr di latte di riso (o altro latte vegetale)
100 gr di uvette
8 gr di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di vaniglia Bourbon in polvere
9 gr di scorze d'arancia essiccate
1 arancio non trattato, la scorza
1 limone non trattato, la scorza (se avete il cedro meglio)

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Frullate nel mixer il tofu, l'olio, il latte e lo zucchero per 1 minuto.

In una ciotola miscelate invece gli ingredienti secchi: la farina setacciata, il cremor tartaro, il bicarbonato, il sale, le scorze di arancio e limone, le scorze di arancio essiccato, la vaniglia e le uvette.

Aggiungete quindi alla parte secca quella liquida, mescolando energicamente in modo da incorporare bene tutti gli ingredienti. Ne uscirà un impasto piuttosto denso.

Ora ungete uno stampo da 17-20 cm, infarinatelo e versateci il composto.
Infornate per 1 ora a 170 gradi.

Se avete forme da panettone potete usare quelle, l'importante è che non siano troppo grandi.
Io sono felice così, il Panettone vegan forse lo compreremo, ma il mio confort food natalizio già ce l'ho e lo rifarò fino all'Epifania!

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English text....

19/11/15

CROSTATA AL CACAO CON CARAMELLO SALATO E GANACHE AL CIOCCOLATO - COCOA TART WITH SALTED CARAMEL AND CHOCOLATE GANACHE

Questa ricetta è una di quelle che avrei dovuto fare al corso della scorsa settimana, corso che -qualcuno già lo sa- è saltato perchè avevo pochi iscritti.
Tantissime persone mi hanno detto che sarebbero venute, se solo non avessero dovuto lavorare o studiare o incontrare i parenti o andare ad un battesimo o ad un altro corso (evidentemente più fico del mio)...
Va beh, peccato... Sarebbe stato bellissimo, perchè il cioccolato è una goduria pazzesca!
Chissà se e quando lo rifarò...

Intanto vi lascio le foto del corso precedente, quello sul Tofu! Non avevo ancora avuto modo di sistemarle... Ci siamo divertiti, corsisti fantastici e un aiuto incredibile dal mio amico German, mitico!!

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Torta salata con tofu e pomodorini
Torretta di pane, tofu al absilico, cavolo viola e cavolo cappuccio con mele e uvette
Risotto alla zucca e tofu affumicato al limone
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Spiedini di tofu, carote e ananas con crema di sedano rapa
Bastoncini di mare con maionese veg
Palline di okara e patate con ketchup homemade
No-Cheesecake con marmellata di frutti di bosco
La scorsa domenica, invece, io e la mia amica Anna, abbiamo comunque preparato dei ravioli al cacao con ripieno di veg-caprino affumicato, cavolo nero e zucca conditi con olio, salvia e scorza d'arancia. 
E poi abbiamo fatto questa crostata, appunto.

Dato che sono buona, anzi buonissima, condivido con voi la ricetta, vi consiglio di rifarla perchè è qualcosa di goloso da star male. Non contate le calorie, tanto è vegan ;)

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Ingredienti per la frolla:

300 gr di farina T2
100 gr di mandorle
150 gr di zucchero di canna grezzo
110 gr di acqua
95 gr di olio di semi di vinacciolo
3 cucchiai di cacao amaro
5 gr di cremor tartaro
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di wow-mix di spezie (qui la ricetta)

Ingredienti per il caramello salato:

100 gr di zucchero di canna grezzo
30 gr di olio di cocco 
10 gr di burro di cacao 
100 gr di latte di cocco (lattina) 
1 presa di sale rosa

Ingredienti per la ganache al cioccolato:

300 gr di cioccolato fondente 70%
50 gr di zucchero di canna grezzo
160 ml di latte di nocciole (o altro latte vegetale)

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Iniziate a preparare la frolla.
Tritate le mandorle al mixer per ottenere la farina.
Setacciate la farina semi-integrale e il cacao.
Miscelate prima gli ingredienti secchi quindi aggiungete olio e acqua.
Fate un impasto omogeneo, copritelo con la pellicola e lasciatelo riposare in frigo per almeno 1 ora.

Veniamo al caramello salato! C’è chi lo ama e chi lo detesta… Io lo adoro! 
Il caramello è dolce amaro, cremoso, leggermente salato, tostato: una ricca gamma di sfumature di sapore che lo rende unico. 
Perfetto per farcire la nostra crostata, riempire dei cioccolatini, da spalmare su un pezzo di pane caldo e croccante, come glassa golosa per biscotti speciali. 
La ricetta originale prevede panna e burro, in questo caso lo abbiamo migliorato, solo ingredienti cruelty free e molto più sani! Non si accorgeranno della differenza! 
Bisogna stare attenti quando si scioglie lo zucchero, ci vuole un pochino di pazienza e non bisogna lasciarsi prendere dal desiderio di mescolare…

Pesate l’olio di cocco e tenetelo a temperatura ambiente. 
Unite il burro di cacao e tenete da parte (non c’è bisogno di scioglierli prima). 
In un pentolino non troppo piccolo versate lo zucchero. 
Fatelo caramellare finchè avrà un bel colore ambrato. Muovete il pentolino per agevolare lo scioglimento dello zucchero ma, come vi dicevo, non mescolate, se no si formeranno dei grumi difficili da eliminare. 
Usate una fiamma medio/bassa e abbiate pazienza, ad un certo punto fonde! 
A parte, in un altro pentolino, portate a ebollizione il latte di cocco. 
Quando il caramello è pronto togliete la pentola dal fuoco e versate il latte di cocco caldo mescolando con un cucchiaio di legno. State attenti perchè il caramello a contatto con il latte schizzerà. 
Mescolate continuamente e rimettete il caramello sul fuoco. Fate cuocere ancora qualche minuto. 
A questo punto togliete dal fuoco e unite il burro di cacao e l’olio di cocco mescolando bene fino a quando otterrete una crema omogenea. 
Unite anche il sale e mescolate di nuovo. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente.

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A questo punto stendete la frolla. Ungete ed infarinate uno stampo da crostata, quindi adagiatevi la sfoglia eliminando la pasta in eccesso (tenetela da parte per farci dei biscottini). Bucherellate il fondo e i bordi con una forchetta. Cuocete per 25-30 minuti a 180 gradi.

Una volta cotta riempite con il caramello salato e lasciate raffreddare bene.

Intanto preparate la ganache.
Fate bollire il latte con lo zucchero, quindi spegnete il fuoco e aggiungete il cioccolato fondente a pezzetti. Mescolate finchè non sarà ben sciolto.

Ora versate la ganache sopra al caramello livellandola delicatamente con un leccapentole (non dovete mischiare i due strati). Decorate con granella di nocciole e lasciate raffreddare in frigorifero per 1-2 ore prima di servire.

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English text

16/11/15

QUATTRO RICETTE IN UN SOLO POST, PER LA SELVA BIO - FOUR RECIPES IN ONE POST

Questa è pubblicità, ma sincera, cioè mi hanno chiesto, Vuoi provare i nostri prodotti e parlare di noi?
Ho risposto, Certo, se sono vegan e buoni, volentieri.
Li ho provati e posso dire che lo sono! 

Quindi, ecco 4 ricette per raccontarvi i prodotti biologici di LaSelva, azienda agricola toscana. Date un occhio al loro sito e alla loro offerta.
Il pomodoro è il prodotto principe, ma potete trovare olio, vino, pasta e riso, legumi, condimenti vari, olive, creme per bruschette e molto altro. 
Non tutto è vegan, ma ci sono molte valide opzioni!
A Milano e provincia trovate La Selva da PiacereTerra oppure ordinate sul loro store online! 

In queste ricette c'è tanto pomodoro quindi, perché quando quello fresco non e' di stagione -come tradizione ci insegna- possiamo sempre usare la salsa, la passata o i pelati.
Che differenza c'è?
Nessuna in realtà, va un po' a gusti. 
Dipende cosa dovete preparare, potete usare una salsa più fluida oppure una con i pezzi di pomodoro interi: a voi la scelta, miei cari cuochi!
Ho usato anche del pomodoro cubettato, che a differenza degli altri, non e' cotto, quindi ottimo proprio per bruschette e piatti freddi.

1 > INSALATA INVERNALE CON VINAIGRETTE DI ACETO DI POMODORO E SEMI

Ingredienti per 4 porzioni:

1/2 cavolo cappuccio
1/2 cavolo viola
2 carote
1 barbabietola cruda
2 finocchi
1 avocado maturo
20 acini d'uva bianca
6 cucchiai di olio evo LaSelva
4 cucchiai di aceto di pomodoro LaSelva
4 cucchiai di semi misti (sesamo, girasole, zucca, lino e canapa)
sale q.b.

Pulite tutte le verdure.
Tagliate i cavoli finemente.
Lavate e tagliate a metà gli acini d'uva.
Tagliate la barbabietola e le carote a strisce con l'aiuto di una mandolina.
Tagliate a fettine sottili anche l'avocado.
Preparate la vinaigrette di olio, sale e aceto di pomodoro emulsionando gli ingredienti con una forchetta, poi aggiungete i semi.
Componete le insalate nei piatti quindi condite con la vinaigrette.

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Il piatto è molto veloce da preparare e più goloso di quanto in genere venga considerata un'isalata; l'aceto, prodotto semplicemente della fermentazione del succo dei pomodori appena pressati, è particolare e vale la pena provarlo!

2 > BRUSCHETTA LIQUIDA

Ingredienti per 4 porzioni:

2 panini raffermi (meglio se integrali o ai semi)
1 vasetto di Pomodoro Cubettato LaSelva
4 cucchiaini di Pesto vegan LaSelva
Olio evo LaSelva q.b.
Sale e basilico q.b.

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Ammorbidite il pane passandolo sotto l'acqua o immergendolo brevemente come si fa di solito con le friselle. Sbriciolatelo grossolanamente con il mixer (bastano pochi colpi, non dovete fare il pangrattato, per intenderci).
Condite con abbondate olio evo e una presa di sale.
A parte, in una ciotola, condite il pomodoro a cubetti con olio evo, sale e basilico fresco tritato.

Componete la vostra bruschetta all'interno di un bicchiere trasparente (ottimo uno da Martini) oppure in un vasetto per marmellate e conserve come ho fatto io: fate una base con il pane sbriciolato e compattatela con un cucchiaio, versate sopra il pomodoro condito, terminate con un cucchiaino di pesto di basilico vegan (senza tofu, solo basilico, olio d'oliva, sale e pinoli).

Molto semplice, davvero buono! 

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3 > TAGLIATELLE DI GRANO DURO CON OLIVE, CAPPERI E CIPOLLE CARAMELLATE

Ingredienti per 3 persone:

250 gr di tagliatelle LaSelva
1 vasetto di passata di pomodoro LaSelva
15 olive con capperi LaSelva
3 cipolle rosse
1 cucchiaio di sciroppo d'agave
2 cucchiaini di timo secco 
sale e olio evo LaSelva q.b.

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Tagliate le cipolle a rondelle. Rosolatele in poco olio evo per 5 minuti, quindi aggiustate di sale e aggiungete lo sciroppo d'agave. Lasciate caramellare a fuoco vivace mescolando sempre per qualche minuto e poi spegnete il fuoco. Tenete in caldo.

Preparate un sugo con la passata di pomodoro.
Scaldate qualche cucchiaio di olio evo, versate il pomodoro, le olive con i capperi all'interno tagliate a rondelle e il timo secco (se lo avete fresco, meglio).
Lasciate asciugare per circa 10 minuti, quindi aggiustate di sale. 

Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua salata per 6-7 minuti.
Scolate e condite con il sugo, terminate con le cipolle caramellate e un filo di olio extravergine.
I contrasti di sapore di questo piatto, che dopo tutto è molto semplice, per me sono ottimi, e le olive con il cappero al posto del nocciolo sono una scoperta! Ottime anche per un aperitivo...

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4 > POLENTINA BIANCA CON PEPERONI PICCANTI CON OLIVE, POMODORI SEMISECCHI, FUNGHI SOTTOLIO E BROCCOLI

Ingredienti per 4 porzioni:

200 gr di polenta bianca
1/2 cucchiaio di sale grosso
1 litro di acqua
1 peperone rosso
1 peperoncino piccante
1/2 broccolo piccolo
2 cucchiai di olive taggiasche
2-3 cucchiai di funghi sottolio
4 cucchiai di olive a rondelle LaSelva
1 vasetto di pomodori pelati LaSelva
12-15 pomodori semisecchi LaSelva
olio evo LaSelva, sale q.b.

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I pomodori semisecchi sono pazzeschi!
Amo i pomodori secchi, ma questi sono morbidi e dolci, senza quel retrogusto di aceto che mi disturba sempre un pochino.

Ho fatto la polenta bianca perchè è dolce e fine e mi ricorda l'infanzia...
Veneta d'origine, a casa nostra la polenta era questa più che la classica gialla.
Ottima anche abbrustolita una volta fredda!

Dunque, cuocete la polenta come fate di solito, per 50 minuti circa.
Intanto lavate e tagliate i peperoni a quadretti.
Scaldate qualche cucchiaio di olio evo, rosolate i peperoni per 10 minuti a fuoco vivace mescolando spesso. Aggiungete i pomodori pelati, il peperoncino, le olive taggiasche e quelle a rondelle.
Aggiustate di sale e terminate la cottura.

A parte cuocete i broccoli per 4 minuti in acqua bollente salata. Scolate e passate in acqua fredda, ghiaccio e sale. Ripassateli in padella con olio evo ben caldo finchè si doreranno leggermente.

Riempite degli stampi di silicone per crostatine con la polenta e lasciate solidificare pochi minuti.
Quindi rovesciateli su un piatto e condite la polenta con i peperoni al sugo, i pomodori semisecchi, qualche fungo sottolio e i broccoli.

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11/11/15

ZUPPA D'ORZO CON CAVOLO NERO E TOPINAMBUR AL LATTE DI COCCO - BARLEY SOUP WITH BLACK CABBAGE AND TOPINAMBUR IN COCONUT MILK

In questo periodo sono molto incasinata: fai esperimenti, testa le ricette e prepara i corsi della domenica, organizza i corsi con Libella, c'è stata la diretta su SocialVeg.it (quando il video sarà online ve lo faccio sapere), tra poco ci sarà la cena Gnammo e sto preparando una recensione per alcuni prodotti biologici niente male... 
Il Blog, porello, resta in fondo... Non vi ho ancora raccontato nulla dell'ultimo corso Il tofu, questo sconosciuto! Argggg... Ma ce la farò!

In tutto questo siamo stati qualche giorno in vacanza sul Lago di Garda, dai nostri favolosi amici di cui vi ho raccontato quest'estate. 
Se vi va rileggete il post qui, che ovviamente comprende anche una ricetta niente male.
Che meraviglia tornare laggiù! Sarà, ma rivedere i paesaggi belli che hanno riempito alcuni giorni della nostra estate mi ha commosso... 
E poi, con il clima impazzito che stiamo vivendo, fare il bagno in una piscina termale all'aperto è stato davvero impagabile!
Mi sono sentita una privilegiata, mi sono detta, Ma ti rendi conto, che lusso? 
E non parlo di soldi (certo che se non ne hai, alle terme non ci vai), ma quello che mi è sembrato un dono prezioso è stato il semplice fatto di essere lì, in un luogo magico, con la mia famiglia, con amici speciali, sotto quel sole caldo di novembre, senza pensieri, semplicemente grata di vivermi quei momenti.
Un grazie all'ospitalità infinita e sincera di Andrea, Donatella e delle loro bimbe, la dolce Delia e la mitica Anna! Vi aspetto a Milano a Gennaio ragazze ;)

Sta sera, invece, ho preparato un'ottima zuppa. Se amate il topinambur vi assicuro che l'abbinamento con il cavolo nero e il latte di cocco è pazzesco!
Ammetto però che a Bibi non è piaciuta, lei si è mangiata un bel piatto di pasta di farro con pesto veg e le nostre briciole di pane e semi tostati... 
Forse il sapore particolare delle verdure non è così semplice da capire, ma confido che un giorno anche lei apprezzerà tutte le ideone della mamma <3

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Ingredienti per 4 porzioni:

1 mazzetto di cavolo nero
6 piccoli topinambur
1 litro di brodo vegetale
300 gr di orzo perlato
100 gr di latte di cocco (lattina)
olio evo, sale e pepe q.b.
pane raffermo
semi misti

Lavate il cavolo e tagliatelo grossolanamente. 
Pulite i topinambur e tagliateli a cubetti non troppo piccoli.
Fate cuocere le verdure per circa 30 minuti nel brodo vegetale. Alla fine aggiustate di sale e frullate tutto con un mixer.
A parte cuocete l'orzo in abbondante acqua salata per 35 minuti.
Una volta cotto scolatelo (ma non troppo) e unitelo al passato di verdure. Aggiungete quindi il latte di cocco e lasciate ridurre la zuppa per altri 5-10 minuti.

In un pentolino tostate del pane grattugiato e un mix di semi a piacere (io ho usato girasole, zucca, lino e sesamo).

Servite la zuppa d'orzo in una fondina con un filo di olio evo, il pane con i semi tostati e una macinata di pepe fresco.


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Ingredients for 4 servings:

1 bunch of kale
6 small topinambur
1 lt vegetable broth
300 gr barley
100 gr coconut milk (canned)
extra virgin olive oil, salt and pepper q.s.
stale bread
mixed seeds

Wash the cabbage and cut into chunks.
Clean the topinambur and cut them into cubes not too small.
Cook the vegetables for about 30 minutes in the vegetable broth.
At the end add salt and mix everything with a mixer.
Apart cook the barley in salted water for 35 minutes.
Once cooked drain it (but not too much) and add to vegetable soup.
Then add the coconut milk and let reduce the soup for another 5-10 minutes.

In a small pan toasted breadcrumbs and a mix of seeds to taste (I used sunflower, pumpkin, flax and sesame seeds).

Serve the barley soup in a bowl with a drizzle of extra virgin olive oil, bread with roasted seeds and fresh ground pepper.


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04/11/15

PIZZETTE DI POLENTA SUPER VELOCI - SUPER FAST POLENTA PIZZAS

Domenica avete fatto la polenta? 
Ah no, non era domenica, va beh, è uguale!
Insomma, vi è avanzata...
Che ci fate?
Qui Pizza!! 
Per la somma gioia di Bianca, che la mangerebbe anche a colazione, tant'è vero che se si mette a spignattare con le sue pentoline, offre a tutti sempre e solo pizza! 
Questa versione è davvero velocissima da preparare, molto più digeribile, senza glutine, e tra l'altro serve a non buttare via nulla...
Ah, se non avete la polenta avanzata, ma volete comunque fare questo piatto, comprate quella pronta... Non è da me, non è il massimo, non sarà alta cucina, ma ogni tanto si può fare, dal momento che gli ingredienti, anche in quel caso, sono sani e pochi, cioè farina di mais, sale e acqua.

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Ingredienti per circa 6 pezzi:

500 gr di polenta avanzata (o polenta cotta confezionata)
500 ml di passata di pomodoro
patè di olive taggiasche
olio evo, origano, sale q.b.

Spero che avrete messo la polenta, non ancora fredda, in una piccola teglia in modo che si formi un panetto regolare :) Se così non fosse, fate fette a caso... Ahahaha...
Per prima cosa tagliate a fette di circa 1,5 cm la polenta fredda.
Poi ungiamo una padella e grigliamo finchè si creerà una crosticina croccante.

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In un'altra padella invece preparate un sughetto semplice: olio, salsa, sale e origano.
Non vi resta che comporre dunque le pizzette: sotto la polenta abbrustolita, sopra abbondante sugo, e per finire patè di olive taggiasche.
Se non avete il patè già fatto frullate le olive, quelle che ci sono, finchè saranno belle cremose!

Ovvio che la vostra fantasia vi aiuterà ad arricchire le vostre pizzette ancora di più; potete aggiungere verdure grigliate, funghi, veg-caprino, mandorle o pinoli tostati e tutto quello che vi sembra ci possa star bene ;)

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Ingredient for about 6 pieces:

500 gr leftover polenta (or cooked packaged polenta)
500 ml of tomato sauce
olives patè
extra virgin olive oil, oregano, salt q.s.

I hope that you have put the polenta, not yet cold, in a small box in order to form a regular dough :)
If not, make irregular slices ;)

So, first cut into slices of about 1.5 cm the cold polenta.
Then anoint a pan and grill the slices until the have a crispy crust.

In another pan prepare a simple tomatoes sauce: oil, sauce, salt and oregano. Cook for 5-10 minutes.
Now you just have to make the pizzas: under put the grilled polenta, then the tomatoes sauce, and olives patè on top.

If you have not ready patè at home, whisk some olives, until they are creamy!

Of course your fantasy will help you to enrich your pizzas even more; you can add grilled vegetables, mushrooms, veg-cheese, almonds or pine nuts and all that looks good on your dish ;)

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02/11/15

ZAFFERANO PADANO E UN RISOTTO CON I FIOCCHI - SAFFRON, MUSHROOM AND CAULIFLOWER RISOTTO

Che bel sabato è stato quello appena trascorso con la mia famiglia!

Sono stata invitata dal Consorzio Brianza che Nutre a partecipare alla raccolta dello zafferano, o meglio dello Zafferano Padano, in provincia di Monza-Brianza, presso l'azienda agricola Voglia di Verde, azienda a conduzione famigliare nata nel 2010 dalla volontà dei fratelli Cogliati, Marco, Fabio e Alessandra, tutti under 30.

Nel 2011 decidono di dedicarsi ad una coltura innovativa per la zona, cioè quella del crocus sativus, ovvero il fiore dello zafferano. 
L'anno scorso sono arrivati a raccogliere 150.000 mila fiori ottenendo 1 chilo della preziosa spezia, diventando così una delle realtà più grandi del Nord Italia. Bravi!!!
Vince chi osa, si sa.

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La giornata era splendida, un sole caldo ci ha regalato una mattinata speciale!
La natura, i campi, l'aria aperta: non so descrivervi la gioia e lo stupore nel vedere questi bellissimi fiori viola con i lori stimmi arancio acceso, non vi so dire quanto sia bello lavorare insieme a persone poco prima sconosciute, però tutti chini nello stesso intento, contornati da tanto colore e luce e passione.

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Bianca ha aiutato, sempre irrequieta e di ciuccio munita, e poi si è strafogata di pizza, la pizza della zia, che all'ora di pranzo ha riempito le nostre pance grate.

Cosa c'è da sapere su questa piantina? 
Intanto si chiama così perchè è splendido come lo zaffiro
E' la spezia più preziosa al mondo e l'Italia è uno dei più grandi produttori insieme a India e Persia.
E' un fiore che non viene trattato con prodotti fitochimici, quindi è totalmente edibile. 
Con la maggior parte dei fiori privati degli stimmi, si crea una barriera naturale contro le lumache, che ne vanno ghiotte, evitando così che assalgano quelli ancora da cogliere. 
Una parte viene invece essiccata e utilizzata in cucina da cuochi e chef.
Il profumo del fiore fresco è buonissimo, il sapore delicato, leggermente amarognolo.
E' una coltura annuale, si raccoglie a mano solo in autunno, nel giro di qualche giorno, quando i fiori sbocciano, poi i bulbi riposano nella terra. In estate vengono rimossi, viene preparato un nuovo campo e il mese successivo vengono di nuovo piantati. 
Gli stami gialli sono gli organi riproduttori maschili, ma sono sterili quindi inutili (e le battute si sprecano...); gli stimmi hanno un sapore amaro-piccante dal forte odore aromatico. In genere vengono essiccati e polverizzati, Zafferano Padano non li polverizza per garantire la qualità al 100%, così siamo sicuri di non usare altre spezie!

Ma che proprietà ha questa spezia?
Ahhhhh! Tante! 
Contrasta l'invecchiamento e stimola il metabolismo: lo zafferano è infatti un antiossidante incredibile,ricchissimo di carotenoidi, a parità di peso mille volte superiori a quelli delle carote!
Favorisce le funzioni digestive: grazie ai sui aromi naturali, pigmenti e principi attivi, stimola l'apprato digerente aumentando la secrezione della bile e i succhi gastrici.
E poi è antidepressivo: il colore giallo/arancio, infatti, stimolando l'ipotalamo, sede delle emozioni, regala benessere e felicità
Pare sia pure afrodisiaco, infatti stimola la produzione di ormoni quali adrenalina e cortisolo che tonificano e migliorano la circolazione sanguigna... là dove serve... ;)
Per finire, come da sempre sostengono i medici cinesi, depura il sangue, elimina le tossine e abbassa trigliceridi e colesterolo.

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Chi fosse interessato ad approfondire la cosa, sotto un aspetto più tecnico, può leggere qui, è una bellissima vecchia dispensa, sempre valida e utile a chi volesse, per caso, cimentarsi nella coltivazione dello zafferano, che sia in Lombardia o altrove!

Sabato ho fatto tantissime foto, non ho saputo scegliere quelle più belle, le posto praticamente tutte, gustatevele...

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Non vi lascio senza la ricetta di un buon risotto giallo e vegan, ovviamente.
Prima però tre info importanti: lo zafferano in stimmi si deve lasciare in ammollo in una tazzina di acqua calda per almeno due ore (ma anche tutta la notte) in modo che rilasci tutte le sue proprietà; si aggiunge al risotto solo quando è cotto, a fuoco spento, per non perdere aroma nè benefici; servono circa 4-5 stimmi a testa.

Ingredienti per 4 porzioni:

350 gr di riso arborio o carnaroli
2 litri di brodo vegetale
1 cavolfiore piccolo
1 bicchiere di vino bianco secco
1 cestino di champignon (ma se avete porcini meglio)
misto per soffritto (carota, sedano, cipolla)
erbe aromatiche (salvia, rosmarino)
16-20 pistilli di Zafferano Padano
olio evo, sale e pepe q.b.

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Come già detto, mettete lo zafferano in acqua calda almeno per un paio di ore.
Lessate intanto le cime di cavolfiore in abbondante acqua salata per 8-10 minuti.

In una padella scaldate due cucchiai di olio evo, cuocete i funghi mondati e tagliati a fettine facendoli dorare bene, aggiustate di sale a fine cottura.

Frullate metà dei cavoli e metà dei funghi con abbondante olio evo fino ad ottenere una crema liscia. Se necessario aggiungete un goccio di acqua di cottura del cavolfiore. Tenete da parte.

In una padellina unta di olio extravergine rosolate il cavolfiore avanzato fino a doratura. Tenete da parte anche questo.

Rosolate il trito di carota, sedano e cipolla in una pentola per risotto, a fuoco basso, con olio evo, salvia e rosmarino, per almeno 10 minuti.
A parte tostate il riso per 3-4 minuti a fuoco alto, senza farlo attaccare.
Unitelo quindi al soffritto, togliete le erbe aromatiche, sfumate con vino bianco, aggiungete poi il brodo vegetale e cuocete per 13-14 minuti a fuoco moderato senza mescolare. 
Aggiungete brodo e muovete il riso solo se si asciuga troppo. 

Aggiungete lo zafferano, mescolate bene e spegnete il fuoco.

Mantecate il risotto con la crema di cavolo e funghi, unite quindi i funghi e i cavolfiori dorati, tenendone qualcuno da parte per la decorazione del piatto.
Terminate con olio evo, pepe fresco macinato e fiori di zafferano o altri fiori eduli. 

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First, three info: saffron stigmas must be left to soak in a cup of warm water for at least two hours (but also all night) so that releases all its properties; add it to the rice when it is cooked, with the heat turned off, to avoid losing flavor and benefits; you need about 4-5 stigmas each portion.
Ingredients for 4 servings:

350 gr Carnaroli or Arborio rice
2 lt vegetable broth
1 small cauliflower
1 glass dry white wine
1 small basket mushrooms
2-3 spoon of chopped carrot, celery and onion
sage and rosemary
16-20 pistils of saffron
extra virgin olive oil, salt and pepper q.s.

As already said, put the saffron in hot water at least for a couple of hours.
Boil the chopped cauliflower in salted water for 8-10 minutes.

In a pan heat two tablespoons of extra virgin olive oil, cook the mushrooms washed and cut into slices until golden, add salt after cooking.

Puree half of the boiled cauliflower and half of the mushrooms with plenty of olive oil until they become creamy and smooth. If necessary, add a little water in which you cook the cauliflower. Set aside.

In a pan greased with olive oil saute the other half of cauliflower until golden brown. Set aside too.

Saute the chopped carrot, celery and onion in a saucepan for risotto, over low heat, with olive oil, sage and rosemary, for at least 10 minutes.
Apart toast the rice for 3-4 minutes over high heat, without letting it stick.
Then add it to the pan, remove the herbs, add white wine, then add the vegetable broth and cook for 13-14 minutes over medium heat without stirring.
Add broth and move the rice only if it dries too much.

Add the saffron, mix well and remove the risotto from the heat.

Stir the rice with cauliflower and mushrooms cream, then add the other part of  mushrooms and cauliflower, keeping some aside to decorate the dish.

Finish with extra virgin olive oil, freshly ground pepper and saffron flowers or other edible flowers.

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